Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

100a) Alberto Piazza, Assunzione della Vergine incoronata tra i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria (particolare), Lodi, Duomo

101) Alberto Piazza, Adorazione dei Magi, Vicenza, Museo Civico

102) Alberto Piazza, Assunta in un coro di angeli, Denver (Colorado), Denver Art Museum
unico filo lega questi dipinti al ciclo di affreschi Berinzaghi, col conforto dei molti elementi che ricorrono come stilemi in ognuno di essi. Si osservino, ad esempio, le estrose fogge dei paludamenti, che tendono oltremodo ad ampliarsi, ad appesantirsi con larghe maniche e con ridondanti mantelli avvolgenti che finiscono per nascondere le vere fattezze fisiche dei personaggi. Così pure le ricorrenti fisionomie estremamente naturalistiche delle figure maschili si diversificano rispetto ai visi addolciti e dai lineamenti sfumati di quelle femminili. Un discorso a parte merita l’influenza di Giovanni Agostino da Lodi che, seppure non sia determinante, in alcuni casi lascia intravedere le sue tracce. Accade nelle due tavole raffiguranti rispettivamente la Vergine annunciata e l’Angelo annunciante (Milano, collezione Crespi, figg. ), databili anch’esse a ridosso del 1514 per le medesime caratteristiche delle opere ora ricordate, ma nelle quali è più forte la conoscenza del grande maestro lodigiano.(132) Se confrontiamo questi risultati all’iniziale substrato culturale lombardo - ligure, che ancora permane, assistiamo ad un grande cambiamento da parte di Alberto. L’apertura verso le istanze d'ispirazione classica suggerisce l’approccio ad un leonardismo filtrato attraverso le nuove formule di Marco d’Oggiono, anch’egli in contatto con Savona, e di Cesare da Sesto, sceso fino a Roma; punti di riferimento per una più ampia visione che prende avvio dalla conoscenza del Perugino, secondo gli esempi lasciati in Sant’Agostino a Cremona e alla Certosa di Pavia, e dalla fortunata diffusione avvenuta in Emilia, per il tramite del Costa e del Francia, di quelle novità dapprima peruginesche e comunque umbre, seguite dalle più sorprendenti testimonianze di Raffaello. Forse i primi segnali di questa nuova dimensione si leggono nel significativo Compianto sul corpo di Cristo /fig. / del Museo di Brno, nell’inedita Ascensione della Vergine, un tempo sul mercato antiquario inglese e in un piccolo pannello di predella con i Santi Nicola da Tolentino e Antonio da Padova (già Roma, collezione privata, fig. /, che gli restituisco.(133) Opere nelle quali, a diversi livelli, si coglie la mutazione degli interessi di Alberto. Il Compianto si pone come fondamentale nesso tra gli affreschi di Rivolta, il trittico già Martani e i pannelli del polittico Berinzaghi. L’asciuttezza delle figure e il loro orientarsi nello spazio trova svariati riscontri in queste opere, mentre per quanto riguarda l’Ascensione, pare canonicamente inserita in questo clima di pacato classicismo. La tensione si è smorzata in una composizione tradizionale, dove non sono estranei neppure alcuni ricordi liguri e nella quale ogni particolare depone per un momento successivo al pannello di Brno. Sembra anzi

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