Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

83) Alberto Piazza, Ultima comunione di San Gerolamo, collezione privata

84) Alberto Piazza, Decapitazione di San Paolo, collezione privata

85) Alberto Piazza, San Nicola da Beri e santi, Lodi, collezione della Banca Popolare di Lodi
non si svolse esclusivamente a Lodi. Ben più rilevante è il documento che ricorda il pittore impegnato a Savona per l'esecuzione di sei tondi raffiguranti dodici figure di vescovi, allogati il 26 marzo 1517 dai massari del Duomo al Priamar.(113) Anche se i dipinti sono perduti, la notizia riveste un’importanza particolare in quanto apre la possibilità a contatti diversi da quelli che possiamo presumere dalle opere lodigiane. Alle scarse informazioni che riguardano in modo esplicito la sua produzione artistica fanno dunque riscontro i numerosi complessi pittorici tuttora in Lodi, la cui generica attribuzione ai Piazza si deve alla critica e alle guide locali, basata probabilmente su una tradizione orale e documentaria che non ci è pervenuta. Si tratta del polittico Berinzaghi all’Incoronata, non espressamente citato dai suddetti documenti riguardanti la decorazione della cappella, di quello commissionato da Nicola Galliani per la chiesa di Sant’Agnese, del trittico in Duomo, parte superiore di un ancona a due registri sovrapposti, e del polittico nella chiesa dell’Incoronata di Castiglione d’Adda. E’ in queste ed in altre opere meno significative presenti nel territorio lodigiano che la critica ha tentato di distinguere le mani dei due fratelli, cercando di precisare la paternità di ogni loro presunto intervento. La mia proposta intende invece riconoscere in esse un unico artefice, Alberto. Questo risultato è stato possibile attraverso la constatazione dell’uniformità culturale e stilistica di questi dipinti. Una omogeneità di stile e di tecnica che va oltre l'esecuzione di un’affiatata bottega o di una equipe di artisti ben organizzata: ciò si spiega, più semplicemente, col fatto che il loro autore è sempre il medesimo. Si aggiunga che a questo nucleo iniziale si sono potute collegare altre opere di antica e nuova attribuzione, in modo tale che l’artista ha assunto una più completa fisionomia. La possibilità di ricostruirne l’evoluzione, collegando queste opere in un coerente svolgimento cronologico, ha poi permesso di definirne il continuo e costante sviluppo. L’avere identificato nel pittore dei monogrammi il fratello Martino, personalità caratterizzata da una cultura figurativa differente da quella delle opere lodigiane, ha contribuito a rendere ancora più plausibile la possibile autonomia di Alberto. Il piccolo gonfalone con l’Incoronazione della Vergine /fig. /, commissionato nel 1519 e collocato dietro l’altare maggiore dell’Incoronata di Lodi, costituisce dunque il punto di partenza per l’allestimento del suo catalogo. Quest’opera si lega assai bene al polittico in Sant’Agnese /fig. /, datato 1520 sull’architrave superiore della cornice, ad indicare l’anno di conclusione del lavoro. La concomitanza cronologica permette di stabilire con una certa precisione il grado di formazione e il livello

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