Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

89) Alberto Piazza, Polittico Berinzaghi, Lodi, chiesa dell'Incoronata

90) Alberto Piazza, Morte della Vergine, Lodi, Seminario Vescovile

91) Alberto Piazza, Vergine con Bambino benedicente tra due angeli musicanti, ubicazione ignota
ottemperare all’esigenza del vasto scorcio di paesaggio; una vallata digradante al centro delle due colline, con una smisurata profondità che sembra testimoniare la conoscenza delle esperienze centro italiane, in particolar modo toscane a cavallo del secolo. Questa visione si ritrova simile, seppure meno analitica, proprio negli affreschi /fig. / un tempo nella cappella Berinzaghi (Lodi, Museo Civico) e nella pala con San Gerolamo tra i Santi Pietro e Paolo (Lodi, collezione della Banca Popolare di Lodi)/fig. /(119), mentre in seguito l’artista utilizzerà un punto di vista ribassato e, per un certo numero di opere, assisteremo alla riduzione dello spazio dedicato al paesaggio. Le principali tangenze si riscontrano nelle Storie di San Paolo eremita e Sant'Antonio abate; in particolare l’incedere della figura di San Pietro, nel trittico, si presenta assai simile al Sant’Antonio abate nell’episodio della Disputa /fig. /, al punto da indurre a sospettare che si tratti del medesimo cartone preparatorio. Queste somiglianze, oltre a rendere ancora più plausibile la coerenza di questo nucleo, così com’è stato ricomposto, sottolineano la probabile vicinanza cronologica fra queste due imprese. Il trittico dovrebbe risalire all’inizio del secondo decennio, entro il 1512, in anticipo di quel tanto per vedere smorzati il carattere foppesco e l’accentuato grafismo, che si stemperano negli affreschi del 1513-‘14. In questo ciclo Alberto dimostra di aver acquisito "una cultura assai variegata e approfondita, certamente di un artista non agli esordi ma già dotato di una personale capacità realizzativa" (120). Di un importante incarico nel Duomo di Lodi resta traccia nell’inedito frammento di Crocifissione /fig. / che rimanda a reminiscenze trevigliesi. Dello strappo d’affresco resta la figura della Vergine sullo sfondo della città fortificata. Siamo forse ancora entro la fine del primo decennio e comunque a ridosso del trittico Martani, per la tagliente secchezza rappresentata dall’insistente contorno e dalle fitte scanalature che scendono verticali e si concludono nelle pieghe finali sulle calzature. Ad un momento intermedio dovrebbero, invece, risalire questi due inediti pannelli di polittico con le figure di San Pietro e San Bassiano (ubicazione ignota, figg. ) per i molti contatti che dimostrano con le opere finora citate.(121) Sia nell’incedere del santo ammantato, sia nel vescovo patrono, evoluzione della figura della Vergine appena descritta, riconosciamo i modelli stilistici di un artista, Alberto, che comincia a valutare nuovi orizzonti. Se, infatti, un certo monumentale rigonfiamento lascia presagire gli sviluppi successivi, nelle figure dei santi sulla pianeta cogliamo un’espressività di sapore ligure. Quella stessa traccia ligure suggerita dall’approfondimento delle componenti stilistiche rilevate nel trittico già Martani; e, in effetti,

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