Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

109) Alberto Piazza, Visitazione e santi, Wisbaden, Museo

109a) Alberto Piazza, Visitazione e santi (particolare), Wisbaden, Museo

110) Alberto Piazza, San Giacomo (pannello del polittico), Castiglione d'Adda, chiesa dell'Immacolata
incisioni di Dürer. Per queste considerazioni non possiamo sottacere le considerevoli affinità con gli episodi affrescati nella cappella Berinzaghi, in particolare con la più volte indicata Disputa, ove Alberto mantiene una costante attenzione verso l’aspetto fortemente naturalistico e il risalto plastico, oltre alla dettagliata descrizione degli abiti e dei copricapi, attraverso i quali si dimostra un attento osservatore della moda contemporanea. Il soggiorno a Savona di "Magister Obertus de Laude" è documentato tra il 26 marzo e l’8 agosto del 1517; ne abbiamo conferma grazie ai Libri del Duomo, nei quali si annota la commissione delle dodici figure di Vescovi cui abbiamo accennato in precedenza. L'impegno rientra in quella sfera di miglioramenti urbanistici, architettonici e in generale artistici voluti dal mecenatismo di Giuliano della Rovere, che impresse alla città soprattutto dal momento della sua nomina, nel 1471, a cardinale "Sancti Petri ad Vincula"; nipote di papa Sisto IV, il futuro Giulio II resse la diocesi di Savona tra il 1499 e il 1501, divenendo il principale fautore dei notevoli e radicali interventi promossi in città. Le costruzioni che dominavano la zona detta del Priamar, ad incominciare dalla Cattedrale, dal Palazzo Vescovile e dalle numerose chiese ed oratori, vennero rase al suolo dopo il 1542 da parte delle truppe della Repubblica di Genova per far posto ai più moderni avamposti difensivi. La demolizione del Duomo iniziò per l’appunto nel 1543.(141) Tra le opere in esso contenute non possiamo dimenticare la prestigiosa ancona per l'altare maggiore, allogata a Vincenzo Foppa e terminata con la collaborazione di Ludovico Brea, ora conservata nell’oratorio di Santa Maria di Castello a Savona.(142) Si ricordi inoltre il polittico dipinto da Giovanni Mazone con la Natività tra San Francesco che accompagna Sisto IV, sulla sinistra, e Sant'Antonio da Padova col cardinale Giuliano, a destra, richiesto da quest'ultimo nel 1490 per la cappella voluta dallo zio nel convento di san Francesco ed ora ricomposto nel Museo di Avignone.(143) Lo stesso cardinale della Rovere il 30 gennaio del 1500 commissionava agli intagliatori Anselmo de Fornari da Castelnovo di Tortona e ad Elia de Rocchi da Pavia il grandioso coro ligneo per il Duomo. Dai Libri della masseria della Cattedrale risulta che i pagamenti al de Fornari terminarono nel 1515, mentre due anni dopo, nel medesimo 1517 che vede presente anche Alberto Piazza, Gian Michele de Pantaleoni da Castelnovo Scrivia firma il contratto per l'esecuzione dell’intero leggio e del pancone di base da porsi al centro del coro. E’ probabilmente lui stesso che provvede a terminare i lavori agli stalli eseguendo gli ultimi due

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