Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

comprendere questi anni perviene con l’attribuzione ad Alberto di questa nuova opera che si affianca all’esecuzione del polittico di Castiglione. Si tratta della Vergine che allatta il Bambino (fig. ) della parrocchiale di Ombriano, nei pressi di Crema sulla direttrice verso Lodi, che il recente restauro ha riportato alla luce nella sua integrità.(163) E’ innegabile la somiglianza con le tavole centrali dei polittici Galliani e Pallavicino. Se della Madonna col Bambino, San Giovannino e Nicola Galliani in un coro di angeli mantiene l’impostazione della figura principale, nella Madonna col Bambino benedicente del registro inferiore di Castiglione si legge una totale comunione d’intenti. Anche gli angeli che sostengono il velo sono identici a quelli che incoronano la Vergine. Certo nella tela di Ombriano si rileva un leggero scarto, che interpreto come una crescita verso la maggiore sicurezza espressiva. I colori smaglianti e l’ariosità del paesaggio sono elementi che aprono ad altre nuove considerazioni. L’importanza della nuova tela risiede nel fatto che essa fornisce altri elementi per spiegare quella che ritengo sia la successiva e ultima fase del percorso di Alberto. Le considerazioni sulla sua maturazione artistica mi hanno stimolato a ipotizzare la soluzione del dibattuto problema di chi sia il ‘Maestro della Visitazione di Wiesbaden’. Ora, il ritrovamento del dipinto di Ombriano aggiunge alla ricostruzione un importante contributo. In questo contesto diventano molto utili anche le cinque tavolette di predella con gli Apostoli a mezza figura (figg. ) che rendo note per la prima volta.(164) Grazie ad esse abbiamo un’ulteriore elemento di collegamento per comprendere l’ultima fase di Alberto. Se la relazione più diretta s’instaura col polittico di Castiglione d’Adda, è innegabile che la varietà dei tipi raffigurati getti un ponte verso la pala con gli Apostoli attorno al sepolcro (ora a Berlino, Staatliche Museen) e le altre opere del ‘Maestro della Visitazione di Wiesbaden’. Ma andiamo per gradi. Incominciamo a precisare che le due tavole esposte fino a qualche anno fa nella medesima sala del Museo di Wiesbaden appartengono al medesimo autore; sono troppo pertinenti i legami culturali, formali e stilistici per non essere accolte come tali. Il disegno, le lacche, i colori che le compongono sono gli stessi. Come appartiene allo stesso gruppo, nonostante il diverso stato di conservazione, la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Luca (Savona, Duomo), che ricalca, in controparte, la figura della Vergine di Castiglione d’Adda, con la medesima posa del fanciullo e il movimento del braccio, mentre la torsione del capo, nel preciso disegno ovale, con gli occhi rivolti a terra

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