Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

72) Alberto Piazza, Compianto sul corpo di Cristo, Brno, Museo

71) Alberto Piazza, San Pietro, collezione privata

71) Alberto Piazza, San Pietro, collezione privata
dal ciclo dedicato alla Vita di Maria (1511). L’adesione al modello düreriano per l’architettura del fondo dell’Adorazione del 1518 è ancora più esplicita e si unisce agli interessi per il crepitare delle luci e al livore degli effetti cromatici del Grünewald e dell’Altdorfer, nei cui paesaggi si rilevano continui nessi morfologici col nostro pittore. La suggestione fiamminga non è dunque la sola di stampo oltremontano che ha avuto effetto su Martino. Influenze più accentuatamente tedesche si rilevano nelle tonalità fredde che illuminano la Madonna col Bambino e San Giovannino del Museo di Budapest, ma soprattutto l’ Adorazione della Pinacoteca Ambrosiana e la Visione del Museo di San Diego testimoniano questo mutamento d’interesse. Le soluzioni oltremontane che traspaiono dal balenante chiaroscuro dei dipinti di Budapest e Milano si fondono a motivi lotteschi e altobelleschi, ad una comune ventata di stravagante avversione che conforta artisti di estrazione piemontese come il Grammorseo ed Eusebio Ferrari, altri come Filippo da Verona, cremonesi, bresciani e ferraresi. Al 1519 risale il San Giovanni Battista della Pinacoteca di Brera /fig. /(99) che dovrebbe spettare a Martino, nonostante le pesanti vernici giallastre che celano una figura probabilmente snervata da vecchie puliture. Il riferimento si fonda sulle somiglianze con l’omonimo santo di Londra, per la stesura a leggere velature trasparenti, tecnica più volte intrapresa da Martino e comune alle prime opere bergamasche di Lorenzo Lotto. La tavola è l’unico pannello pervenutoci di un polittico smembrato, trovandosi collocata a sinistra dell’osservatore, come fa ben intuire la posizione del corpo orientato di tre quarti e col dito indice rivolto verso la probabile immagine della Vergine in trono. Non possono che venire alla mente gli esempi di Precursore dipinti da Marco d’Oggiono ora a Blois (Francia), alla Gemaldegalerie di Berlino (inv. n. 1608) e nel trittico della chiesa di Mezzana presso Varese o quello nel pannello di Pasadena (Norton Simon Foundation, California) dello spagnolo Pedro Fernandez, altrimenti noto come lo Pseudo Bramantino, nel momento di più intensa adesione leonardesca.(100) E’ interessante in quanto si tratta della prima opera di Martino eseguita per una collocazione pubblica e, non a caso, sono più sentiti i legami col fratello, per il quale rinvio al confronto con opere di questo stesso momento, come il Battista nel trittico della Cattedrale di Lodi, in una comune adesione al leonardismo, mediato da componenti classiche. La stima effettuata da Martino nel 1520 agli affreschi del Romanino nel Duomo di Cremona (101) non fa che confermare i rapporti già sottolineati con la pittura bresciana e quella cremonese: fra tutti Altobello Melone sembra la

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