Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

il legame con la Liguria e col Sacchi non è sufficiente a giustificare questo risultato. Devono essere intervenute dirette componenti emiliane, forse ferraresi, e toscane, per ora solamente ipotizzabili, che farei risalire da un lato all’evoluzione dei fatti costeschi e del Francia in artisti come Niccolò Pisano, Garofalo, Ortolano e in quel pittore girovago tanto significativo che è Johannes Ispanus.(165) Sul fronte dei rapporti con la pittura del centro Italia, si respira il ricordo del filone che da Raffaello si trasmette a Fra’ Bartolomeo, Piero di Cosimo, Andrea del Sarto, Bugiardini e Franciabigio. Il rapporto che si instaura con questi ultimi sottolinea una conoscenza non superficiale dei fatti fiorentini del secondo decennio, e mi convince a pensare che per Alberto sia stata indispensabile la loro diretta conoscenza. Oltre ai numerosi allievi di costoro mi viene da istituire un’ideale parallelismo tra l’Alberto classico e Raffaello Botticini, (166) anche se la più schietta e mai dimenticata fonte lombarda e gli incontri milanesi col Bramantino rendono più interessante lo sviluppo del nostro pittore. I volti asciutti e scavati, l’ordinata disposizione dei loro profili ritengo abbia questa componente ispiratrice. Certo i volumi si sono dilatati e, come gonfiate di un’aria nuova, le forme espanse si sono arricchite di luminose e vibranti cromie. Ma tutto questo sembra la diretta evoluzione del maestro che realizza la Morte della Vergine del Seminario di Lodi, cioè Alberto Piazza. E come parametro delle sue capacità di crescita abbiamo sotto gli occhi il salto che egli è stato in grado di compiere tra quest’ultima opera e le altre che abbiamo avvicinato a quel momento e il polittico di Castiglione d’Adda. Una crescita che non può che sbalordire, soprattutto se pensiamo per un istante a quella che era considerata la figura di Alberto solo qualche anno addietro. Se è stato in grado di migliorarsi fino a tal punto non vedo quale ostacolo si frapponga fra l’opera nodale di questi anni, il polittico di Castiglione d’Adda, e i dipinti del ‘Maestro di Wiesbaden’. La Visitazione si lega, a mio avviso, ancor più con la nuova fisionomia assunta dal pittore lodigiano. I tipi della Vergine e dei Santi ricalcano espressioni assai frequenti nel suo repertorio, ad incominciare dalla Madonna sotto la croce (fig. ), nel pannello centrale del registro superiore del polittico di Castiglione d’Adda, senza dimenticare le due opere savonesi, come la pala Spinola in Duomo e il pannello intarsiato con la Vergine, il Bambino e papa Giulio II, di cui ricalca la medesima immagine. L’incedere di San Giuseppe è addirittura lo stesso

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