Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

pittura a Lodi. Alberto che si configura l’artista al quale la città affida maggiore credito per delineare un progetto iconografico omogeneo, è probabilmente costretto a cercare migliore sorte fuori dalle proprie mura, troppo anguste e provinciali, nel momento in cui si renderà conto di poter crescere e di non voler rimanere legato a schemi obsoleti. Il fratello Martino al contrario non sembra aver mai espresso un linguaggio ufficiale, quello che definiamo lodigiano, se si eccettua la forte suggestione subita dal ritorno a Milano di Giovanni Agostino da Lodi, anche lui per nulla documentato in città. Per di più le sue opere, prevalentemente di medio e piccolo formato, nascevano per la devozione e avevano quale destinazione il luogo appartato più che l’altare. Una suddivisione di compiti che, almeno sulla carta, doveva essere confacente ai due fratelli, avvicinandosi anche alle esigenze della committenza. In sostanza la scuola pittorica lodigiana assume una fisionomia tutt’altro che monotona e statica, caratterizzata anzi da personalità che raggiungono la propria realizzazione ben oltre i confini locali, nel continuo confronto con un panorama fremente di novità, con artisti e situazioni culturali che sono di continuo stimolo alla loro crescita.

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