Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

86) Alberto Piazza, San Bassiano, Lodi, Museo Civico

87) Alberto Piazza, Madonna col Bambino in trono, Lodi, Museo Civico

culturale raggiunto da Alberto in quel biennio. Grazie a questi confronti possiamo affermare che l’artista ha ormai conseguito una significativa maturità, quale risultato dei molti anni di attività. L’altra tessera è costituita dal ciclo dipinto per la cappella Berinzaghi all’Incoronata, raffigurante i quattro episodi della Vita di San Paolo eremita e Sant'Antonio abate, collocati nel Museo Civico di Lodi /fig. /. Questo incarico è probabile che vada collegato ai due documenti riportati dal Cernuscolo, quello del 1513 e l’altro dell’anno seguente. A monte di questa prestigiosa impresa, che attesta l’importanza raggiunta dal pittore già agli inizi del secondo decennio, si colloca un significativo contributo alla conoscenza della fase più antica di Alberto, fondamentale per illuminare gli anni giovanili e la formazione del Toccagno; si tratta della documentazione fotografica di un trittico, ora parzialmente disperso. Raffigura la Vergine col Bambino in trono fra due angeli e i Santi Bassiano, Giovanni Battista, Pietro e un diacono /fig. /(114). Appartenuto durante la seconda metà dell’Ottocento all’avvocato e storico lodigiano Bassano Martani, in seguito venne smembrato. La riproduzione testimonia lo stato originale dell’opera, di cui non conosciamo l’originaria provenienza che la figura di San Bassiano, patrono di Lodi, e l’antica collocazione nella casa di un lodigiano, inducono a credere ubicato nel circondario. Il primo pannello rintracciato, la tavola laterale di sinistra con i Santi Bassiano e Giovanni Battista /fig. /, si trova nella Galleria dell’Accademia di Vienna (115), mentre più recentemente è apparso sul mercato antiquario londinese il frammento del pannello di destra, raffigurante il solo San Pietro /fig. /.(116) In un primo tempo ritenevo si trattasse dell’opera più antica, seppure fosse già considerevole il livello di maturazione raggiunto dal pittore. Il trittico riassume la cultura figurativa lombarda di matrice fortemente naturalistica, "in rapporto anche con la Liguria, come dimostrano le desunzioni da Vincenzo Foppa" (117); oltre all’impianto compositivo e al tono cinereo degli incarnati, sono foppeschi il viso del Bambino, che nella posizione ricorda quello della Madonna dei Musei Statali di Berlino, e il modello dell’angelo a braccia conserte. Le pieghe increspate e taglienti delle vesti di San Bassiano e del Santo diacono o i volti scavati del Precursore e degli altri Santi riportano alla mente la secchezza del disegno e le asprezze di Carlo Braccesco, con l’aggiunta, per via dell’imponente e rigorosa monumentalità delle figure, dell’aggiornata conoscenza delle opere mature di Bernardo Zenale, nei personaggi del polittico per la confraternita dell’Immacolata Concezione di Cantù.(118) La precocità dell’opera di Alberto è anche sostenuta dall’alto punto di vista, adottato dal pittore per

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