Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

30) Martino Piazza, Fuga in Egitto, Milano, collezione della Banca Commercio e Industria

31) Martino Piazza, San Giovanni Battista, 1519, Milano, Pinacoteca di Brera

32) Martino Piazza, Madonna col Bambino, collezione privata
novità avanza la D’Auria (53), che riferisce del livello raggiunto dagli studi. Il suo punto di vista segue passo passo l'esposizione effettuata pochi anni prima dalla Romanini, con maggiore ampiezza d'argomenti ma senza sostanziali cambiamenti. Nei nuovi elenchi del Berenson (54) si applicano numerose correzioni oltre che aggiunte e varianti rispetto alle precedenti edizioni. Attraverso le sue attribuzioni comprendiamo che il pensiero dello studioso non escludeva la collaborazione, anche frequente, fra i due fratelli senza però negare di riconoscere alcuni dipinti ad uno solo di loro. Se per Martino, ad esempio, accoglie le due opere siglate, assegnategli dal Morelli, con l’aggiunta di due dipinti fondamentali come la Madonna col Bambino e San Giovannino del Museo di Budapest e della Madonna col Bambino, San Giovannino e Sant'Elisabetta della Galleria Nazionale di Roma, non gli vieta di partecipare alle più significative imprese lodigiane, confermando una indecisione nella scelta dell'orientamento critico che permane ancora un decennio. Il saggio introduttivo di Gian Carlo Sciolla al volume monografico a loro dedicato è già nel titolo ('Il problema di Martino e Albertino Piazza') indicativo di una situazione assai poco chiara, cui la critica non è riuscita a fornire conclusioni verosimili.(55) Nel suo intervento mantiene inalterata la situazione che vede i primi due Piazza operanti insieme nell’unica bottega di famiglia, per lo più sulle medesime opere per le quali si sostiene una cronologia del tutto discutibile. Seguendo la traccia del Rotondi, Bruno Barbero raggruppa sotto il nome di Alberto oltre alla pala del Duomo di Savona le due opere assegnate al 'Maestro della Visitazione di Wiesbaden', in anni "attorno al 1517 o comunque nel secondo decennio del secolo".(56) Sorprende semmai che al fratello Martino egli riconosca, oltre al trittico dell’Assunta, la quasi totalità di esecuzione del polittico di Castiglione d’Adda, che è opera determinante per la comprensione dei risultati conseguiti da Alberto. Anche ultimamente non sono mancati alcuni tentativi per distinguere le due personalità, e tra questi il più sottile è stato offerto da Federico Zeri, il quale assegna a Martino la maggioranza delle imprese realizzate a Lodi, rifiutando di identificarlo quale autore delle opere siglate.(57) Nonostante le molte proposte la distinzione dei rispettivi cataloghi non ha prodotto risultati convincenti, mantenendo per entrambi una sostanziale confusione stilistica e cronologica. In realtà questi pittori svolsero un percorso artistico indipendente e del tutto personale, caratterizzato dalla differente formazione culturale e dal diverso orientamento figurativo. Vediamo come è stato possibile giungere a simili affermazioni e come vengono a configurarsi i due artisti. MARTINO. Sia le fonti ottocentesche sia i documenti ritrovati ultimamente (58) ricordano Martino come

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