Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

107) Giovan Michele de Pantaleoni, su cartone di alberto piazza, Madonna col Bambino che dona le chiavi a Giulio II, Savona, Duomo, Tarsia del coro

108) Alberto Piazza, Crocifissione (pannello del polittico), Castiglione d'Adda, chiesa dell'Incoronata
di Alberto: l’esecuzione della pianeta /fig. / racchiude un saggio degli effetti luministici di ascendenza braccesca, aggiornati alla luce della vivace pittura cremonese di Boccaccio Boccaccino, tale da ricordare i due Santi della donazione Contini Bonacossi a Palazzo Pitti. Il San Sebastiano, invece, seppure viva della maggiore monumentalità, è analogo a quello eseguito nel registro superiore della medesima ancona all’Incoronata. Il paesaggio ripropone nei modi e nelle tinte gli aspetti rilevati, con l’interessante novità della fresca stesura cromatica, evidenziata dal vivace tratto con il quale Alberto realizza le due figurine di arcieri nello sfondo. Si tratta di un indicativo segnale delle qualità di fresco e spigliato narratore che Alberto esprime quando può estraniarsi dagli schemi dell’ortodossia iconografica. Se nelle fisionomie caricate ritroviamo le medesime tipologie dell’immediato passato, in queste opere Alberto pare legarsi con maggiore convinzione agli esempi emiliani, in particolare al Costa e al Francia, o al più fremente Amico Aspertini, avvicinandosi alle ricerche di Johannes Ispanus e di Niccolò Pisano.(137) Se il volto del San Sebastiano ricorre nel suo repertorio, la torsione del capo sul tronco risponde alle suggestioni bramantinesche degli astanti presenti nella Pietà già in collezione milanese, acquisita dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco (Milano), alla tavola della chiesa di Mozzate (Varese) e all’altra un tempo nel Palazzo Reale di Bucarest.(138) Alla medesima componente culturale bramantinesca si affianca la figura dell’evangelista Giovanni che sostiene l’asta del crocifisso, nella Morte della Vergine (Lodi, Seminario Vescovile). In quest’opera Alberto conserva l’abituale visione realistica dei suoi personaggi, mentre appare nuova l’accalcata ambientazione degli Apostoli in un porticato a cielo aperto. Un analogo schema nello scorcio della figura inginocchiata accomuna il Santo in primo piano con il Sant’Antonio abate bastonato dai demoni (Lodi, Museo Civico) e con il re nell’Adorazione dei Magi nella chiesa di Santa Maria della Pace a Lodi.(139) Quest’affresco, riparato all’interno della piccola chiesa, si inserisce nel percorso di Alberto durante la fase di transizione che anticipa il significativo quanto definitivo mutamento del suo stile, documentato dalle imprese condotte allo scadere del secondo decennio. E’ preceduta a sua volta da un’altra Adorazione dei Magi su tela, recentemente ritrovata, un tempo appartenuta alla collezione Frizzoni Salis di Bergamo.(140) L’opera, ripulita da vecchi restauri, rivela tutto il suo splendore, inserendosi pienamente nel panorama artistico di Alberto all’epoca del polittico Berinzaghi. La rigorosa e calcolata disposizione delle figure è vivacizzata dai colori brillanti e dalla stesura, ricca di fremiti e dettagli. Nell’affresco si avverte un più ampio respiro grazie alla maggiore monumentalità degli astanti e al grandioso edificio diroccato alle loro spalle, ispirato alle

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