Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

74) Alberto Piazza, San Bassiano, ubicazione ignota

75) Alberto Piazza, Adorazione dei Magi, collezione Salamon

76) Alberto Piazza, Disputa di Sant'Antonio Abate, Lodi, Museo Civico (gia chiesa dell'incoronata)
personalità che maggiormente suggestiona il lodigiano. Nel corso dell’evoluzione che si sta tracciando si viene così a spiegare la differenza che intercorre tra i “livelli di assoluta eccellenza tecnica e formale” della fase più conosciuta della sua carriera e quelli che vengono definiti come “improvvisi cedimenti, inspiegabili anche alla luce delle vicende conservative”(102), che non sono determinanti nel giudizio globale quanto lo sia, piuttosto, una giusta e corretta periodizzazione che tenga conto dei mutamenti d’interesse che possono intercorrere durante l’attività di un pittore. Bisognerebbe cioè sfatare il concetto che vede il percorso dell’artista incanalato automaticamente verso un obiettivo precedentemente stabilito. Dobbiamo convincerci che la crescita, tanto più quando siamo di fronte ad autori di non primissimo piano, è incerta, talvolta lenta e piena di difficoltà, talvolta repentino è il cambiamento di direzione. Sta a noi, storici dell’arte, esaminando le opere, comprendere i motivi e le circostanze che determinano queste condizioni: fattori umani, come culturali, estetici, politici, economici o religiosi possono essere alla base di queste variazioni. L’artista vi si riconosce perché mantiene inalterato il proprio animo, lo spirito con il quale affronta un’opera. Cambia se vogliamo pelle, o stile, o tecnica pittorica, ma resta il medesimo nel modo di trasmettere sensazioni allo spettatore. Oltre alla ripetizione di alcuni tipici stilemi, congeniti come i cromosomi, portatori di caratteri peculiari, è proprio il modo di interpretare l’opera, di affrontarla e di come trasmettere certe emozioni che caratterizza un pittore da un altro. Martino cresce in un ben determinato ambiente e viene affascinato da un certo tipo di componenti stilistiche al punto da assumere una personale configurazione, che si caratterizza in un ideale di pittura ad alto tasso tecnico. Sono però già latenti, a ben vedere, nelle opere più antiche gli elementi di eccentricità e di avversione alla consolidata tradizione figurativa che in seguito sfociano in un modo espressivo diverso dal precedente; le stravaganti soluzioni compositive, dalle pose innaturali, dei suoi personaggi e le altrettanto insolite scelte iconografiche che portano a rappresentare immagini di sovente uniche nel panorama italiano, fanno capire quanto egli sia uno spirito tutt’altro che adattabile e tranquillo, certamente attento a cogliere i segnali, le tracce che favoriscono lo sviluppo di queste caratteristiche. Influenze milanesi e fiamminghe, leonardesche e centro italiane vengono rilette e sviluppate. Ecco perché ogni volta in cui emergono nuovi stimoli Martino non si sente legato al passato e muta, abbandonando aspetti che lo avevano fino allora accompagnato. Diviene meno preciso nella definizione dei particolari, la sua pennellata è più sciolta e liquida, fino ad essere quasi grumosa.

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