Due fratelli, due differenti percorsi - Martino e Alberto Piazza.

dell’altro pannello a fianco del medesimo complesso, con San Giacomo che si appoggia al bastone. Il Battista anticipa, in controparte, il movimento del San Sebastiano, al punto da far sorgere il sospetto che l’autore abbia usato lo stesso cartone con alcune modifiche. Insisterei inoltre sui gesti delle figure e sulla somiglianza delle pieghe gonfie, solcate da lunghe scanalature ammorbidite dalla luce. E’ altresì nota la versione del medesimo soggetto un poco più tarda che riproduce sostanzialmente il prototipo di Wiesbaden, al Vescovado di Crema /fig. / - in stretta relazione con la Madonna di Ombriano /fig. / - con evidenti accenni ai fatti bresciani e rimandi alla situazione toscana.(167) Nella Visitazione di Wiesbaden sono accentuate le connotazioni fiorentine, specie in rapporto ad alcune opere del Franciabigio come il Matrimonio della Vergine alla Santissima Annunziata, l’Annunciazione della Galleria Sabauda di Torino, eseguita per San Pier Maggiore a Firenze e alcune Madonne col Bambino come quella della Pinacoteca di Bologna e l'altra al Museum of Art di Birmingham (Alabama). Personalmente interpreto la Visitazione anche come approfondita rilettura, in una fase matura, di alcune suggestioni derivate da Giovanni Agostino: nel contesto del 'dialogo' tra i personaggi e la natura circostante, di stampo nordico, l’artista inserisce forti richiami ai modelli del Lodigiano, specie nella parte di destra, con le rocce a ridosso delle figure e l’impervia rupe che ne sovrasta la scena. Nelle figure è più evidente l’impulso classicheggiante e il San Sebastiano bene si affiancherebbe alle opere di questo momento di Niccolò Pisano e dell’Ortolano. Troverebbe, dunque, credito l’ipotesi di un nuovo soggiorno ligure, successivo ad una serie di contatti che non possiamo ancora definire con precisione. Sulla base degli esiti raggiunti a Castiglione d’Adda verso la metà del secondo decennio, non si può escludere che Alberto a Savona si rechi anche due volte, dopo il 1520 e nel sesto lustro, lasciando un nucleo cospicuo di opere come la pala Spinola e i due cartoni preparatori per le tarsie, nel Duomo dove aveva già lavorato, l’Assunzione della Vergine di cui restano gli Apostoli attorno al sepolcro e la stessa Visitazione. Come era forse accaduto alcuni anni prima al fratello Martino quando, intorno al 1523 il territorio lodigiano venne invaso da un’epidemia di peste, può darsi che la morte di Alberto sia stata causata dallo stesso flagello che nel 1529 sappiamo imperversò nella zona. Sempre che non si fosse definitivamente stabilito a Savona, dopo aver eseguito il polittico di Castiglione d’Adda, la tela di Ombriano e quella di Crema. Termina così una stagione assai particolare per la

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