Giovanni Agostino da Lodi ovvero l'Agostino di Bramantino: appunti per un unico percorso

6) Giovanni Agostino da Lodi, Madonna col Bambino e un angelo, Gazzada (Varese), collezione Cagnola

puntuale definizione le carni quanto i panneggi; nell'altra opera si nota l'attenta indagine sul volto del committente, ove l'artista pone in risalto con spietato naturalismo ogni variazione della superficie facciale, dalle rughe all'aggrottare delle ciglia. E' il medesimo interesse che si manifesta nella rappresentazione degli Apostoli nella Lavanda dei piedi (Venezia, Galleria dell'Accademia), in cui si verifica una ricerca ancor più interiore della semplice riproduzione fisionomica, in stretta connessione con il disegno londinese; i confronti più probanti si instaurano con i due Apostoli più giovani e con quello barbuto di profilo, tutti alla destra del dipinto. Un comune denominatore lega queste espressioni di carattere realizzate dal Lodigiano e il ritratto del British Museum rispecchia pienamente, nella sua eccezionale unicità, quel tipo di personale interpretazione dell'effigiato consueta per Giovanni Agostino. Malgrado la serie di rilevanti apporti, ripercorsa succintamente nella parte introduttiva, lo svolgimento dell'attività artistica del pittore rimane fino ad ora molto oscura, lasciando aperti parecchi punti interrogativi. Sono infatti particolarmente scarsi i dati biografici sul suo conto, che si possono sintetizzare nell'origine lodigiana, risultante dal nome della città natale che lo contraddistingue; nella formazione milanese, che si manifesta dal suo stile; nell'attività svolta a Venezia e della quale abbiamo conferma sia dalle opere tuttora ivi conservate, come la già indicata Lavanda dei piedi sulla quale compare la significativa data del 1500, unico termine cronologico preciso per la ricostruzione del suo svolgimento artistico, sia dal documento che testimonia un pagamento effettuato al Lodigiano nella città lagunare. Si tratta del saldo eseguito il 14 dicembre 1504 dal nobile bresciano Giovanni Paolo Averoldo "a maestro Augustino de Lode pictore per lo quadro depento ducati cinque de oro". (37) Per il resto della sua attività sono state effettuate esclusivamente supposizioni ed è stato ricostruito un catalogo numericamente in continua crescita, ma che manca di un preciso andamento cronologico e di un riconoscimento del significativo ruolo raggiunto dall'artista. Il pittore dimostra il continuo ed incessante desiderio di esprimersi attraverso forme nuove, un'evoluzione la sua tesa alla ricerca di un linguaggio figurativo che lo viene a caratterizzare in maniera assai originale e del tutto personale ma, soprattutto, che lo colloca tra i primi autori di quelle formule stravaganti tipiche della corrente eccentrica, diffusasi in varie aree e a diversi gradi durante i primi decenni del XVI secolo. Ma l'artista quando giunse a Venezia? Con quali altre personalità fu in contatto? Quale funzione ebbe la sua presenza nella città lagunare e quali segni lasciò? Quale fu lo svolgimento stilistico e quali le zone ove egli operò e

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