Appunti ferraresi. Altri tasselli per il Garofalo

scena racchiude molti dei particolari visti nell’opera ora esaminata: il viso della Madonna non ha quel leggero scarto verso destra ma è di profilo, pur mantenendo le medesime cadenze disegnative; lo stesso si può dire per i due pastori inginocchiati che hanno preceduto i compari che si intravvedono attraverso l'uguale apertura verso un paesaggio dalla stesura assai liquida e forse più dossesco. La fragrante semplicità e la naturalezza del San Giuseppe che indica il Bambino adagiato, fanno sorgere il sospetto che l'opera preceda, seppure di poco, la prima 'Adorazione', nella quale sembra di vedere velatamente un’ulteriore consapevolezza dei propri mezzi da parte del pittore e una capacità di esporli con maggiore energia. Nella formazione del Garofalo i soggiorni romani gli permettono di conoscere e apprezzare direttamente le novità raffaellesche: uno dei risultati meglio riusciti della fusione fra la poetica giorgionesca e il classicismo toscano è costituito dalla pala Suxena, compiuta nel dicembre del 1514 (Ferrara, Pinacoteca Nazionale). Negli anni seguenti la combinazione di questi elementi si arricchisce di tonalità cromatiche più vivaci e intense, forse desunte dalla vicinanza di Dosso Dossi e dalle sorprendenti soluzioni di Tiziano. Il suo stile rispecchia fedelmente il suo carattere. I contemporanei come il Vasari lo ricordano amico di Giorgione, di Tiziano e di Giulio Romano "ed in generale affezionatissimo a tutti gli uomini dell'arte"; "persona molto da bene, burlevole, dolce nella conversazione, e paziente e quieto in tutte le sue avversità".(14) Le sue opere riflettono questo atteggiamento mentale sereno, e l'attenzione a esprimere un'atmosfera pacata e scarica di tensione.
Se recentemente è tornata alla luce la prima versione fino ad oggi conosciuta del tema col 'Cristo portacroce' (New York, galleria Corsini) /tavola 12a/, desta interesse il ritrovamento in una collezione privata di un altro esemplare del nostro pittore con il medesimo soggetto e che introduce molteplici varianti rispetto ad esso /tavola 12b/.(15) Il dipinto in questione, nato su tela e in seguito applicato su di una tavola, si presenta di medie dimensioni essendo stato verosimilmente ideato come immagine votiva. La centinatura che inquadra il capo del Cristo dolente sotto il peso della croce è forse la più evidente, ma non l'unica, differenza rispetto all'altra versione conosciuta. Analogo è il taglio compositivo con la figura in primo piano di tre quarti, ripresa in un istante dell'ascesa; ma la composizione è speculare, come risultano invertiti gli abbinamenti cromatici delle vesti. Il viso non è rappresentato frontalmente, ma è leggermente ripiegato e i legni che il Cristo sorregge sono colpiti da una luce fredda che ne evidenzia più realisticamente le

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