Appunti ferraresi. Altri tasselli per il Garofalo

Cassa di Risparmio di Ferrara. In quest'ultima si ritrovano, oltre alla medesima impostazione compositiva, strette somiglianze nella posizione della Vergine e nell'andamento cadenzato dei panneggi, così che si deve concludere che la tavoletta di Londra non può che dipendere da quella. Molti sono, inoltre, gli elementi stilistici e tipologici che uniscono quest'opera sia al 'Presepio' della Pinacoteca di Ferrara che a entrambe le 'Adorazioni del Bambino' /tavola 7/ esposte da Matthiesen (7), all''Adorazione dei Magi' delle Staatliche Museen di Berlino (n. 261) che si distingue per una visione più nitida e compatta, come ad alcune 'Madonne col Bambino' che segnano l'immediato procedere del pittore negli anni attorno alla metà del primo decennio. Particolari come le dita affusolate e i polsi sottili, i delicati profili femminili e il panneggiare leggermente increspato sopra le vesti ondulate con l'appiombo perfetto o, ancora, il paesaggio fiabesco a filamenti di colore e improvvisi colpi di luce, sono tipici di questa fase.
Gli esordi che questa tavola pone in luce corrispondono alle notizie storiche in nostro possesso sul pittore, alla formazione ferrarese avvenuta presso Domenico Panetti, prima di passare nel 1497 alla bottega di Boccaccio Boccaccino, dove rimane fino alla fuga dalla città di quest'ultimo, avvenuta nel 1500.
Nel 1499 Benvenuto collabora alla decorazione, purtroppo andata distrutta, del Duomo della città. In questi anni la sua attività si orienta verso temi devozionali, ispirati non solo ai suoi maestri, ma anche alle influenze protoclassiche di artisti bolognesi come il già citato Lorenzo Costa e Francesco Francia, che mediano gli influssi provenienti dal centro Italia risalenti al Perugino e al giovane Raffaello. A questa fase di adattamento alle novità culturali corrispondono diversi esempi di 'Madonne col Bambino' che la critica ha individuato come del Garofalo. Altre opere particolarmente significative di questo momento immediatamente successivo alla paletta londinese sono la 'Madonna in trono fra i Santi Martino e Rosalia', già nel Duomo di Codigoro e ora agli Uffizi, e l'affresco con la 'Presentazione al tempio' proveniente dall'Oratorio della Concezione di Ferrara e trasferito nella locale Pinacoteca Nazionale.
Negli anni seguenti il Garofalo è attratto dal fascino della pittura veneziana. Dapprima, durante la fase centrale del primo decennio, la poetica giorgionesca si insinua nella sua visione della natura, come nella 'Sacra Famiglia' della Galleria Doria Pamphilj di Roma. Processo che in seguito lo vedrà accostarsi alla qualità cromatica dei pittori lagunari.
Premonitore di questa attenzione coloristica è il quadro quasi ignorato con l''Adorazione dei Magi', conservato al Muzeum Narodowe di Cracovia (8), opera fondamentale ancora in bilico tra istanze ferraresi e bolognesi, tra Lorenzo

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