Un ritratto di Rosalba Carriera nella Pinacoteca di Cremona e un problema inerente la grafica

misto a seppia, per una maggiore resa luministica e cromatica della figura. Se confrontiamo quest'altro esemplare con l'unico disegno a penna per ora documentato come opera di Rosalba Carriera, rileviamo alcuni altri particolari che possono rendere più probabile l'autografia del piccolo nucleo grafico qui esposto a favore della stessa pittrice veneziana. Oltre all'inchiostro bruno che rileva quello sottostante più chiaro ed alle somiglianze stilistiche già in precedenza notate a proposito del «Ritratto di gentildonna», si aggiunge l'identica maniera di eseguire lo svolazzante panneggio al margine del personaggio e, soprattutto, l'uguale modo di accennare con leggeri grafismi a penna le decorazioni sull'uniforme di John Chute, in corrispondenza del torace, e quelle sul fondo della manica destra del gentiluomo, nel disegno al Metropolitan. Come nel caso della dama col mazzo di fiori in grembo, anche per quest'ultimo si dovrebbe verosimilmente trattare di un promemoria realizzato per documentare l'esecuzione del ritratto a pastello o in miniatura; con minore probabilità crediamo che il foglio del Museo statunitense possa essere un disegno fine a sé stesso. È di conseguenza probabile che esista un dipinto con questa effigie la quale, tra l'altro, rispecchia con stringenti ed evidenti analogie un tipo di ritrattistica testimoniata da una serie di famosi pastelli di Rosalba in collezioni inglesi (15). In funzione di queste ultime ipotesi il disegno assume, per lo meno, un rilevante significato documentario, in quanto può permettere il riconoscimento del pastello tramite tale effigie. Alla luce delle attuali conoscenze sull'argomento, l'identificazione dell'autore dei due fogli rimane problematica; alla indubbia difficoltà dal punto di vista attributivo si è cercato di trovare una ipotesi di soluzione ponendo in evidenza come la questione sia circoscritta all'ambito delle caratteristiche della nostra artista veneziana: o Rosalba stessa, per la quale abbiamo puntualizzato quelle somiglianze di stile e di tecnica che ci sono parse più valide e convincenti, o una sua collaboratrice che avrebbe riportato su taccuino alcuni esempi della ritrattistica della pittrice. In questo caso il nome più probabile potrebbe essere quello di Felicita Sartori, la migliore allieva e assidua seguace di Rosalba prima a Venezia e successivamente a Dresda (16). Anche per quanto riguarda la conoscenza dell'aspetto grafico di quest'artista non abbiamo alcun indizio e quindi il riferimento a lei dei due ritratti a penna resta del tutto ipotetico. Malgrado siano noti diversi disegni di Rosalba Carriera che in passato figuravano negli elenchi e negli inventari simili a quello della collezione del canonico Giovanni Vianelli (17), è un vero peccato che l'aspetto grafico della sua attività sia rimasto finora pressoché ignoto. A

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