Un ritratto di Rosalba Carriera nella Pinacoteca di Cremona e un problema inerente la grafica

capigliatura e nell'abito di variegato taffettà (11). Per le caratteristiche grafiche riguardanti l'esecuzione, non sembra possibile considerare il disegno in anticipo, come studio preparatorio, rispetto al ritratto di Dresda. Oltre al fatto che nel repertorio di Rosalba ci è noto un unico schizzo con tale funzione, quello concernente l'effigie di John Chute, datato 10 luglio 1741 (12), il disegno non presenta quelle peculiarità d'immediatezza esecutiva che conforterebbero una simile proposta. In quest'ultimo, infatti, si rileva un tratto rapido, spigliato, che indica come l'artista abbia fissato istantaneamente sul taccuino la propria impressione fisionomica del personaggio; in questo caso, l'autore si è avvalso della tecnica a penna con due tonalità d'inchiostro, di cui quello scuro utilizzato per le parti maggiormente in rilievo. Rispetto all'esecuzio¬ne dell'inedito foglio col ritratto femminile, non è questa l'unica concordanza di carattere stilistico: il fitto tratteggio obliquo in corrispon¬denza delle ombre, il segno leggero e frammentario con cui realizza i pizzi di guarnizione dell'abito e i fiocchi sul petto, sembrerebbero testimoniare che siamo di fronte ad autori assai simili. Ugualmente, la mano della dama col mazzo di fiori è stata eseguita con le dita affusolate e con i polpastrelli dell'ultima falange piegati all'esterno, come è tipico di qualsiasi esem¬pio rosalbiano, mentre la puntinatura sempre a penna con cui l'artista ombreggia il viso e il collo, potrebbe essere la ripetizione del tipo di tecnica svolto nella miniatura; una grande quantità di esempi, come il «Ritratto di Antonio Maria Zanetti» del Museo Correr di Venezia (inv. n. 705), sono testimonianza di questo genere che l'artefice veneziana intraprese fin dalla giovane età (13). All'esemplare in collezione privata milanese possiamo affiancare un altro disegno appartenente senza dubbio alla medesima mano. Si tratta del «Ritratto di un giovane gentiluomo», conservato al Metropolitan Museum di New York, proveniente dal fondo lasciato da Robert Lehman (fig. 1). Normalmente riferito dalla critica all'attività di Pietro Novelli (14), il foglio va ricondotto allo stretto ambito della produzione di Rosalba per le chiarissime somiglianze che esistono con l'esempio poc'anzi reso noto. Anche la funzione dei due disegni dovette essere la medesima (non si tratta, infatti, neppure in questo caso, di una prima idea per un ritratto), tanto che si può ipotizzare, per le analoghe dimensioni, che ambedue provengano dallo stesso album o da taccuini comunque simili. L'effigiato del Metropolitan Museum presenta l'identica inquadratura a mezza figura e le medesime caratteristiche di stile del precedente disegno inedito; vi si ripropongono le due tonalità di inchiostro per rilevare i contorni, mentre l'unica diversità è costituita dall'aggiunta a pennello dell'acquarello grigio

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