Francesco Napoletano ossia il Maestro della Pala Sforzesca

10a) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Sant'Ambrogio alla battaglia di Milano, Avignone, Musée du Petit Palais

11a) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Apostolo, Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco

11b) Maestro della Pala Sforzesca (Francesco Napoletano), Apostolo, Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco
che il pittore veniva da una formazione tipicamente lombarda, d’impronta foppesca e butinoniana, asciugata dalla secchezza dei toni aspri, nota attraverso la predella con i Padri della Chiesa (Milano, Museo Poldi Pezzoli), un Cristo di Pietà e alcuni Santi (17). Passato poi, attraverso la paletta raffigurante la Madonna col Bambino in trono fra Santi e donatori (Londra, National Gallery), il Salvador Mundi (Cambridge, Fitzwilliam Museum) e la Madonna col Bambino, San Giacomo e un devoto (già nella collezione Cora; ora Houston, The Sarah Campbell Blaffer Foundation) alla prima suggestione leonardesca, dove è però ancora forte l’impronta tardoquattrocentesca. A quel momento risalgono anche il Sant’Ambrogio che scaccia gli ariani (Avignone, Musée du Petit Palais), le cinque tavolette con le mezze figure di Santi (Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco) (fig. 11) e questi due inediti pannelli con Sant’Ambrogio e San Rocco (ubicazione ignota) (fig. 9, 10) (18), oltre alla serie di Apostoli (Londra, National Gallery e ubicazione ignota) e alla Madonna col Bambino della Gemaldegalerie di Berlino. La relazione tra il Maestro della Pala Sforzesca e Francesco Napoletano trova ulteriore conferma se passiamo al confronto dei disegni. Esistono infatti per entrambi due corpus grafici che presentano le medesime caratteristiche non solo di stile e di tecnica: l’uno si fonda sui disegni preparatori per la Madonna col Bambino già Cora, al British Museum di Londra e per la Testa di profilo del piccolo Cesare Sforza nella più volte nominata pala oltre ad altri fogli dell’Ambrosiana di Milano, una testa maschile di tre quarti e un busto femminile con collana; il Galli è invece noto per una Giovane donna velata a mezzo busto del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze (19). Il fremente dinamismo del foglio londinese non ha nulla da invidiare alla tesa intensità di quello fiorentino, non avendo a mio avviso nessuno di essi quella grevità che è stata imputata al gruppo del Maestro della Pala Sforzesca.

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