Un inedito Pasinelli a Palazzo Pitti

1) Lorenzo Pasinelli, Presentazione di Gesù al Tempio, prima del restauro, Firenze, Palazzo Pitti

2) Lorenzo Pasinelli, Presentazione di Gesù al Tempio, Firenze, Palazzo Pitti

Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700)

Presentazione di Gesù al Tempio
Olio su tela, cm 214,5 x 219 Inv. 1890,n 3457

La tela è stata in deposito per quasi un secolo presso la chiesa di San Leonino a Panzano, frazione di Greve in Chianti. Proveniente dal magazzino degli Uffizi, dove nel 1881 era schedata al n. 1305 come di III categoria, restò in quella chiesa dal 1895 al 1983, per passare ultimamente ai depositi del soffittone di Palazzo Pitti. L'attribuzione alla scuola bolognese del Seicento ritengo si possa precisare riconoscendo in questa grande tela un'opera giovanile di Lorenzo Pasinelli. Le notizie sui suoi esordi si limitano a ricordare l'alunnato presso Simone Cantarini e, alla sua morte nel 1648, presso Flaminio Torri (Zanotti, 1703). E in questa tela si possono individuare quei valori di cultura classica, di stampo reniano e guercinesco, fondamentali per gli esordi del pittore. A questa componente verrà ad aggiungersi il fascino cromatico della pittura veneziana che, qui, è appena accennato nella freschezza del brano di manica screziata e colpita dalla luce del giovane sulla sinistra che regge il candeliere.
La fonte d'ispirazione del Cantarini è oltremodo esplicita e trova molteplici riferimenti. A partire dalla Sacra Famiglia e San Giovannino (Milano, Pinacoteca di Brera), dove rileviamo affinità nello sguardo affettuoso della madre e nella manica in primo piano, anche nelle pale di San Pietro che risana lo storpio (Fano, chiesa di San Pietro in Valle) e delle Anime purganti (Fabriano, chiesa di San Venanzio) riconosciamo somiglianze sia nelle tipologie spesso di profilo, sia nella monumentalità delle figure, ampiamente panneggiate (Mancigotti, 1975).
Al di là di una somiglianza compositiva con la più tarda Santa Caterina de' Vigri adorante il Bambino (Bologna, Santa Maria di Galliera), si rilevano molti riferimenti tipologici nel percorso artistico del Pasinelli che calzano col nostro quadro. Dalla Giuditta e Oloferne (Bologna, collezione De Bosdari), alla Negazione di San Pietro (Bologna, collezione privata), dalla Giuditta con la testa di Oloferne (già Milano, Finarte) alle molte versioni della Maddalena (cfr. Baroncini, 1993) fra cui quella firmata (Valtice, Repubblica Ceca, Castello, dove si conserva anche un'Allegoria femminile in ovale che potrebbe spettargli). L'imponente monumentalità delle figure e la forte componente guercinesca nel gruppo della Vergine con il Bambino sembrano confermare l'impressione di una data precoce all'interno del suo percorso artistico.


BIBLIOGRAFIA: Inedito

Relazione di restauro
I1 restauro del dipinto era particolarmente urgente a causa degli estesi sollevamenti della pellicola pittorica presenti su tutta la superficie e in particolar modo lungo la fascia inferiore e sul lato sinistro dell'opera. In basso a sinistra si notava una vasta mancanza della

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