Due pannelli di Gerolamo di Benvenuto

19) Gerolamo di Benvenuto, San Ludovico di Toscana, Collezione privata

20) Gerolamo di Benvenuto, Santa Elisabetta d'Ungheria, Collezione privata italiana

21) Gerolamo di Benvenuto, Ritorno di papa Gregorio XV da Avignone, Siena, Santa Maria della Scala
Alcuni anni addietro un collezionista italiano mi chiese di studiare due tavolette in legno di pioppo raffiguranti rispettivamente San Ludovico di Tolosa (fig. 19) e Santa Elisabetta d'Ungheria (fig. 20). (1) In ciascuno dei due quadri il Santo è raffigu­rato vestito con il saio francesco, inginocchiato a terra e ambientato in un ampio paesaggio collinare con lo sfondo delle montagne all'orizzonte. Il San Luigi (o Lu­dovico) di Tolosa si identifica grazie agli attributi vescovili e al simbolico giglio di Francia, cifrato sul mantello e abbinato alla corona regale posata a terra accanto alla mitra. Il nostro patrono si trova in prossimità di una città fortificata e turrita, composta da bianche mura, presso la quale, al verde rigoglio della vegetazione circo­stante fa contrasto l'albero avizzito sulla destra, soffocato dal rampicante che si avvinghia al suo tronco. L'altra figura regale, Santa Elisabetta d'Ungheria, è in estasi mentre, con in grembo un mazzo di fiori e la corona appoggiata al suolo, riceve dal cielo l'illumi­nazione divina. I due pannelli appartengono certamente alla medesima predella, tagliata al centro delle cornici scure lumeggiate in oro che scandivano il succedersi degli episodi. Sono infatti comuni ad entrambe le tavole, oltre al motivo decorativo della suddetta fascia che corre verticalmente ai lati di ogni riquadro, il taglio paesaggistico, col medesimo punto di vista, e i nimbi dorati definiti da un'ellisse puntinata. Il riferimento al pittore senese Gerolamo di Benvenuto (Siena, 1470 - 1524), figlio, allievo e collaboratore di Benvenuto di Giovanni, è motivata dalla precisa serie dei riscontri stilistici che emergono dal confronto con le opere documentate all'artista. Probante a questo riguardo è la celebre pala d'altare dedicata alla « Ma­donna delle Nevi », eseguita nel 1508 per la Cappella Sozzini nella chiesa di San Do­menico a Siena, ora divisa in varie collezioni e la cui tavola principale si conserva nella Pinacoteca Nazionale di Siena. (2) Collegamenti ancora più precisi si instaurano con la successiva produzione di Gerolamo, compiuta sempre a Siena ; come si rileva nell'affresco con l'Assunzione della Vergine, eseguite durante ,il 1515 nella chiesa di Fontegiusta, e nelle decorazioni parietali nella basilica dell'Osservanza. Se all'epoca della « Madonna delle Nevi » l'artista si dimostra ancora legato al rigore grafico, tipico della cultura tardo quattrocentesca del padre, nell'Assunzione si rende esplicito quell'aggiornamento a forme più ampie e sciolte, dove i volumi si dilatano e ammor­bidendosi, stemperano la precedente secchezza. A questa fase, che risale indicativamente agli anni avanzati del secondo decennio, ritengo possano appartenere le due tavole in esame. Sono, infatti, caratterizzate da figure di

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