Tangenze fra Cremona e Siena: proposte per Bartolomeo di David

1) Bartolomeo di David, Adorazione del Bambino, collezione privata

2) Bartolomeo di David, Immacolata Concezione, Buonconvento, Museo d'Arte Sacra

Se la pittura cremonese dell'inizio del Cinquecento rivive una nuova giovinezza grazie al fitto programma di pubblicazioni che hanno visto la luce in questi ultimi anni, favorite certamente dalla mostra a suo tempo dedicata ai Campi. Per approfondire le conoscenze di questa scuola pittorica gli interessi scientifici si sono orientati sia nella direzione dei pittori di più convinta tradizione locale, come Tommaso Aleni e Galeazzo Campi, sia verso le figure di più spiccata ed emergente personalità, come Giovan Francesco Bembo detto il Vetraro e Altobello Melone. Ad entrambi questi ultimi è stata alternativamente assegnata un' Adorazione del Bambino (fig. 1), apparsa più volte sul mercato antiquario (1), sulla quale mi preme appuntare l'attenzione per le implicazioni culturali che nasconde. Questa tela consente infatti di illuminare una situazione che, seppure non riguardante direttamente l'ambito cremonese, si pone in stretta relazione con esso. La corretta interpretazione del quadro in questione oltre ad offrire l'opportunità per comprendere i rapporti e i comuni orientamenti di taluni artisti del centro Italia, fornisce le motivazioni che giustificano gli esiti di matrice eccentrica raggiunti da costoro. Il dipinto aveva anche avuto un’attribuzione ad Altobello Melone e il successivo riferimento al Bembo viene sostenuto per quella "sorta di «linea toscana» della pittura cremonese" (2) che caratterizza la produzione del Vetraro. La tela in effetti rivela una complessa e insieme insolita iconografia dell'Adorazione, incentrata attorno alla figura di Gesù Bambino, seduto nudo sul candido lenzuolo disteso sul terreno e ben appoggiato ai due morbidi guanciali, che benedice l'osservatore con il gesto della mano. Attorno a lui, in semicerchio, sono disposti Maria e Giuseppe, come in ogni Natività, con l'aggiunta ai lati di altri personaggi meno abituali in questo contesto quali l'Evangelista Giovanni, a sinistra, l'Arcangelo Raffaele e Tobiolo, sulla destra. La scelta di affiancare queste figure alla medesima composizione è verosimilmente dettata dall'interesse devozionale della committenza verso i santi patroni di famiglia. Siamo, dunque, di fronte ad un tipo di Sacra Conversazione, ambientata assieme al Presepe che, proprio per le figure in essa rappresentate, si potrebbe ricondurre al luogo di provenienza, nel nostro caso purtroppo oggi sconosciuto. Persa così la principale motivazione che ha spinto a realizzare un impianto compositivo di simile complessità, non ci resta che tentare un avvicinamento al luogo d'esecuzione seguendo gli indizi stilistici, interpretando al meglio gli elementi caratteristici dell'opera. Alle spalle del gruppo in primo piano si stagliano i ruderi dell'ingegnoso edificio, singolare commistione tra la rustica capanna di fronde e paglia e le rovine degli elementi classici di simbolica memoria, avvinti anche dall'edera;

AVANTI

1 - 2 - 3 - 4 -